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Openings, oltre la soglia della cultura

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Il cinema incontra l’architettura, per porre domande e far riflettere. Openings è il progetto culturale prodotto da Edilpiù, che dà vita a un’installazione, a un magazine e a un docu-film per indagare il tema dello spazio e dei limiti tra interno e esterno.

In un momento in cui l’inaspettata pandemia ha cambiato gli ambienti di vita, ridefinito i confini dell’abitare e della condivisione, Edilpiù vuole dare un segnale di respiro, di relazione e dialogo servendosi del linguaggio espressivo dell’architettura, delineando nuove strade per il futuro.

«Volevamo creare un progetto non autoreferenziale per abbracciare un pubblico più vasto oltre a quello di settore, che fosse un generatore di coscienza, storie e cultura. Unire così grazie a Openings racconto, documentazione, arte e architettura nella celebrazione di un percorso di storia imprenditoriale legato a tradizione, territorio e innovazione» — racconta Marcello Bacchini.

“Lunette” indaga il concetto di finestra per arrivare a un’idea ampia e fantasiosa di progetto. Una costruzione che è una piccola casa senza pareti, fatta solo di finestre, in cui interno ed esterno sono comunicanti e permeabili con l’unica eccezione di una porta con una grande serratura, simbolo di una soglia che è fatta per essere varcata.

Una volta entrati in questa piccola abitazione i visitatori possono circoscrivere l’esterno in maniera personale, com’era nelle intenzioni del progettista

«Spero che ognuno trovi il suo pezzettino di paesaggio attraverso la cornice di queste finestre» così Federico Babina – architetto e illustratore italiano di stanza a Barcellona – spiega che “le finestre sono gli occhi dell’architettura”, dal momento che aprono il progetto verso l’esterno, lo mettono in relazione con il mondo, così come sono a loro volta le fessure attraverso le quali provare a immaginare le storie che si svolgono all’interno.

L’idea di soglia e di confine è anche il tema del documentario “Openings. Sguardi oltre il limite” di Francesca Molteni e Mattia Colombo, che si sofferma sull’idea di relazione fra la vita quotidiana e l’arte, sul dialogo fra la dimensione interna e personale e quella esterna e manifesta, raccontato con intensità e tocco leggero. Un percorso che si svolge lungo la via Emilia e che riporta un’immagine della Romagna lontana dagli stereotipi, attraverso i ritratti autentici delle persone e dei personaggi che hanno segnato la storia del territorio e ne hanno definito l’identità con il loro lavoro e le vicende personali.

tutte le foto nella pagina © Gianluca Gasperoni

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