Luminoso rigore: la chiesa del Varignano
Dalla memoria al futuro, nel segno della luce
di Chiara Tartagni – ph. Daniele Domenicali
Come dare un potente senso di unione se non con linee semplici e rigorose? Così si concretizza il progetto per il complesso parrocchiale Resurrezione di Nostro Signore nel quartiere di Varignano a Viareggio. Il complesso è andato a sostituire integralmente il precedente edificio, la cui decadenza aveva reso impossibili interventi risolutivi. Il progetto si è quindi identificato con un vero e proprio percorso di sperimentazione, in cui la vita di una comunità che si rispecchia negli stessi valori ha potuto assumere una forma attuale. Tutto questo senza dimenticare la storia del quartiere e l’esperienza delle persone che vi vivono, che anzi ne sono le radici fondanti. È infatti la memoria la prima protagonista di questo complesso: memoria della semplicità nella forma architettonica, memoria dell’incontro fertile fra ruolo sociale e ruolo liturgico del complesso.
Concatenati l’uno all’altro, i volumi geometrici che lo compongono rispondono all’esigenza di sobrietà e forza che regola l’intero progetto: il primo è costituito dal grande blocco dell’aula liturgica, mentre il secondo volume retrostante – a due livelli, verso nord – è stato studiato per ospitare attività catechistiche, spazi d’incontro e casa canonica. Insieme, essi sono la rappresentazione perfetta dei due volti del complesso, quello liturgico e quello di servizio alla comunità, inscindibili anche dal punto di vista fisico: una relazione esplicitata nel piccolo patio intermedio che funge da cerniera fra i due spazi e che si riflette nelle ampie vetrate. L’aula liturgica di forma rettangolare si sviluppa a doppia altezza, mentre il prospetto principale della chiesa si coniuga in due elementi: sulla distesa fascia bianca orizzontale, emerge al centro il volume a parallelepipedo dello spazio liturgico, con finitura in intonaco rigato grigio.
Lo spazio interno accoglie la comunità con un senso di unità, dilatandosi fra aula e navata laterale fin dall’ingresso laterale che lascia intravedere dall’esterno la navata a ovest, accompagnata da un lungo corridoio coperto. Separata dal portale a due grandi ante, all’estremità della navata laterale emerge la cappella feriale, mentre a fianco dell’ingresso principale spicca la zona battesimale: è infatti la luce zenitale che fluisce sulle pareti a sud a esaltare la presenza del fonte battesimale, il cui bacino in pietra chiara contrasta armoniosamente con il basamento scuro. È sempre la luce a dare una sensazione di partecipazione a ogni elemento dell’architettura, grazie alla copertura a shed. Simbolo del determinato slancio che vuole essere la base della vita di comunità, la torre campanaria, a pianta quadrata e copertura piana, si erge verso l’alto distinta dal resto dell’edificio. La sua forma longilinea è data da un emblematico elemento di memoria: due setti in cemento armato recuperati dal precedente complesso, che fungono da sostegno alle otto campane disposte su tre linee.
Nel progetto si uniscono quindi la volontà di elevare lo spirito di chi si riconosce in questa comunità e la razionalità posta nella costruzione, che ha previsto una particolare attenzione anche alle soluzioni in ambito ecologico: ne è un esempio il largo utilizzo di lamelle in X-lam per il rivestimento delle pareti. L’uso responsabile delle risorse è infatti ormai un tema irrinunciabile per chi vuole stare nel mondo con coscienza e consapevolezza, così come il comfort che chi frequenta il complesso può vivere in prima persona.
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