Ridare vita alla storia

Openings n. 1 | 2021

I lavori per il nuovo dehor del punto di ristoro Il Brancaleone.

La Rocca Brancaleone

di Chiara Tartagni – ph. Alvise Raimondi – video Filandolarete

Ravenna, capitale di un impero, è colma di beni preziosi. Uno di questi è la Rocca Brancaleone, la fortificazione che si trova fra il centro cittadino e la cosiddetta “darsena di città”. Un luogo che da anni è al centro di interventi di restauro e riqualificazione, con un doppio obiettivo: valorizzarne il lato monumentale e dare nuova vita ai suoi spazi più fruibili dal grande pubblico, il parco della cittadella e l’arce dedicata agli eventi. Per volontà dell’Amministrazione e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, insieme alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio di Ravenna, i lavori in corso prevedono interventi di restauro conservativo uniti alla realizzazione di nuove strutture che consentano di arricchire i servizi disponibili. In tale ottica si inserisce la riqualificazione e l’ampliamento del punto ristoro presente nel parco. Il progetto ha avuto inizio dall’analisi puntuale delle caratteristiche distintive dello scenario circostante, in modo da rendere il nuovo edificio un elemento di connessione fluida, in cui si sposano valore storico, spazio verde e nuove opportunità. In un sito come la Rocca Brancaleone è infatti essenziale tenere conto della funzionalità degli spazi così come dei criteri di conservazione e tutela dei beni culturali. Dopo una rigorosa ricerca su materiali e design, si è posta una particolare attenzione alle finiture, alle texture materiche e alla permeabilità visiva e percettiva tra interno ed esterno. Trattandosi di una riqualificazione studiata per rendere lo spazio appetibile e vivibile, sono state fondamentali le riflessioni sul benessere indoor e sull’efficientamento energetico, legati alle caratteristiche tecnologiche dei materiali e delle finiture.
Altro tema determinante nel progetto è quello della reversibilità, proprio a causa dell’elevato valore storico-culturale del contesto. Ecco perché si è dato alto rilievo al sistema costruttivo declinato con tecnologie a secco, che permettono di soddisfare i requisiti in termini di sicurezza sismica e garantire un nuovo insediamento a basso impatto rispetto alle preesistenze. I lavori tuttora in corso consentono di apprezzare non solo la cura nella progettazione, ma anche l’estrema precisione negli aspetti logistici legati al cantiere. A causa dei ponti che collegano la sede stradale al parco, le grandi vetrate a filo di 4 metri d’altezza sono state prima scaricate in strada e in seguito trasportate all’interno da un furgone-shuttle in tre viaggi lungo l’arco di una giornata. Una volta dentro il cantiere, i vetri sono stati sollevati singolarmente da una gru pneumatica dotata di un braccio con ventose e posizionati nella cornice già installata. Ogni vetro strutturale pesa fino a 400 kg e lo scarto in dimensione fra vetro e cornice è nell’ordine di millimetri: pena la rottura del vetro stesso, non deve avvenire alcun contatto fra i due elementi. Il vetro andava quindi inserito di sbieco dall’esterno verso l’interno della struttura, poi raddrizzato e inserito nella cornice. In seguito, doveva essere sospeso da distanziali in gomma posti lungo tutto il perimetro e appositamente siliconato. Una complessa operazione d’installazione, che richiede un impegno di circa due ore per ciascun vetro. Impegno che sarà ripagato dal risultato finale: uno scrigno in vetro con sottilissimi infissi neri, con un’area anteriore scorrevole, al cui interno si troveranno le cucine del punto ristoro.

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